
Fuori da Palazzo Vecchio, oltre alle bandiere a mezzâasta, nellâaregnario, sono stati esposti alberi di ulivo in ricordo delle vittime fiorentine del Covid: 1.130 solo nel capoluogo toscano. Ogni albero ha piĂš targhette, con il nome delle persone scomparse.
In podcast il contributo audio a cura di Lorenzo Braccini con le voci di Rocco Damone, direttore generale dellâospedale Careggi e Alessandro Sergi, vicedirettore sanitario dellâAsl Toscana Centro.Â
Firenze ricorda le vittime del Covid partecipando alla giornata indetta a livello a nazionale con un evento a Palazzo Vecchio. Durante la cerimonia, nel Salone dei Cinquecento, sono intervenuti i medici di Firenze e la Toscana, assieme alle istitituzioni. Un momento di riflessione che è stato anche lâoccasione per fare il punto sulla situazione attuale della pandemia nel nostro Paese.
La risalita dei casi registrata in questi ultimi giorni ha acceso qualche preoccupazione, ma la volontĂ del Governo, al momento, è quella di ridurre via via quasi tutte le restrizioni. âStiamo assistendo ad un incremento della positivitĂ , fortunatamente dentro gli ospedali abbiamo però pochissime persone in terapia intensiva â ha detto il direttore generale dellâospedale Careggi di Firenze Rocco Damone -, circa 70. Tuttavia questo numero rimane stabile, tende con molta lentezza a calare. Si tratta di soggetti che non hanno grandi complicanze come eravamo abituati, questo dipende tantissimo dalla vaccinazione: non dobbiamo abbassare la guardia, si deve continuare con le mascherine, con la vaccinazioneâ.

Le piante fuori da Palazzo Vecchio sono state allestite a cura di Coldiretti Toscana in collaborazione con Romiti Marco di Romiti Vivai. La cerimonia ha visto la partecipazione di Andrea Bernardini, trombettista della âSilent king big bandâ dellâorchestra âReMuToâ coordinata dal professor Luca Marino. Oltre alla vicensidaca Alessia Bettini, tanti gli assessori comunali presenti tra cui Benedetta Albanese, Sara Funaro, Alessandro Martini.
âFare memoria è importante, attualizza anche il nostro impegno di oggi â ha detto il direttore generale dellâospedale pediatrico Meyer di Firenze Alberto Zanobini -. Oggi affrontiamo nuove sfide: il servizio sanitario è ritornato al centro del dibattito, devono essere al centro le risorse umane perchĂŠ gli operatori sono stanchi, stremati. Oggi si riparla di investimenti: credo che sia necessario riuscire a trovare un giusto mezzo di continuitĂ dâazione nello sviluppo del servizio sanitarioâ.
Zanobini, durante la cerimonia a Palazzo Vecchio ha ripercorso le tappe degli oltre due anni di pandemia: âRicordo bene quando venne istituita la prima cabina di regia a febbraio 2020, non avevamo idea di ciò che avremmo affrontato â ha affermato -. Si era poi costituita lâidea che il virus non intaccasse i bambini, lavoravamo per contrastare invece contrastare questa idea, che era sbagliata. Poi via via abbiamo assistito alle varie ondate e anche al disagio psichico, di cui ancora oggi soffriamoâ.
âNon possiamo piĂš permettere che i nostri medici e tutti gli operatori sanitari passino dallâessere considerati eroi a essere dimenticati â ha detto il presidente dellâOrdine dei Medici di Firenze Pietro Dattolo -. Fa male a noi, ai cittadini e al Paese. Non eravamo eroi e non vogliamo essere chiamati cosĂŹ, vogliamo solo essere ascoltati nellâorganizzazione dei sistemi sanitari: possiamo essere preziosi con la nostra esperienza. Abbiamo bisogno che ci siano garantite condizioni di lavoro adeguate e nuove assunzioni per continuare a offrire alla popolazione un servizio efficiente, universale e gratuito per tuttiâ.
âSiamo andati a mani nude a combattere contro il virus â ha aggiunto Dattolo -. Abbiamo toccato la malattia senza arretrare e abbiamo capito ben presto quanto fosse pericoloso, con la tragica scomparsa del dottor Roberto Stella, presidente dellâOrdine dei Medici della provincia di Varese e medico di famiglia. Non lasciamo che tutto questo sia successo invanoâ, conclude Dattolo.
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